“Sans toi avec moi”: recensione dell’album di Silvia Frangipane

Tutti gli album di cui vi parliamo sono ovviamente unici, ciascuno a suo modo, ma l’ultimo album di Silvia Frangipane è speciale.

Sans toi avec moi si allontana dalle nostre abituali atmosfere indie/pop per entrare in un mondo diverso, quello della ballad francese dalle contaminazioni jazz e folk. Non fatevi spaventare da questa definizione: come la sua copertina in bianco e nero, l’eleganza di Sans toi avec moi si basa tutta sulla sua semplicità. Come diciamo sempre, semplicità non è sinonimo di banalità, ma al contrario è un modo di esprimere concetti universali in modo più immediato e comprensibile. Le sei canzoni che compongono Sans toi avec moi fanno proprio questo: declinano un tema senza tempo, l’amore, in una chiave molto personale per l’autrice e familiare per chi ascolta.

È un album che rispecchia appieno le personali e dichiarate ispirazioni di Silvia Frangipane, come da lei dichiarate nell’intervista a LaTuaMusica (che potete leggere QUI!). Nonostante la scelta del francese come lingua del testo possa sembrare ostica per tutti quelli che non lo conoscono (noi di LaTuaMusica abbiamo “barato”: avevamo la traduzione italiana…), in pezzi come C’est aujourd’hui, Nuits d’amour e Je voudrais la voce e la musica evocativa di Silvia Frangipane, nonché l’arrangiamento di Primiano di Base, bastano da soli a trasmettere il mosaico di emozioni. E chi conosce la lingua potrà usufruire dei testi dalla limpidezza stilnovista, ricchi di poesia e filosofia.

Ma il vero pezzo forte di quest’album è Rien à faire: la canzone più appassionata, più significativa, quella in cui i temi musicali, letterari ed emozionali della cantautrice si concretizzano maggiormente. Tenera, delicata, struggente, malinconica, questa canzone (già trasmessa in Radio airplay e all’interno del circuito Formula Indie, in cui ha riscosso un certo successo) è la punta di diamante dell’album, nonché la canzone più emozionante e coinvolgente dell’album.

In conclusione, Sans toi avec moi è un album molto classico, ma nel senso migliore del termine: evoca un immaginario condiviso molto potente, e ognuno ci può trovare dentro l’emozione che cerca di più.

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